VIA DELLA FONTE D’OLIO: UN SACCO BELLO DI CARLO VERDONE (1980)
IL LUOGO
Situata tra via della Pelliccia e piazza Santa Maria in Trastevere, la via risale al 1931, quando viene scorporata dal vicolo del Piede. Prenderebbe il nome, secondo alcuni studiosi, non dalla tradizione risalente a San Girolamo sulla fonte miracolosa, ma da una fontana che riceveva l’acqua proveniente dai condotti dell’Aqua Alsietina, proveniente dal lago di Martignano e oleosa, non potabile. Altri storici sostengono invece che l’acqua inquinata dall’olio sarebbe quella delle naumachie che si svolgevano in questa zona.
LA STORIA
In via della Fonte d’Olio comincia la carriera di Carlo Verdone: qui abita il candido Leo Nuvolone, personaggio con il quale esordisce nella trasmissione televisiva Non stop e che poi trasferisce sul grande schermo in questo primo film da regista e attore. Siamo a Ferragosto e il giovane dovrebbe raggiungere la mamma al mare di Ladispoli, ma incontra Marisol (Veronica Miriel), una ragazza spagnola che alloggia nell’ostello sotto casa, al civico 6 della medesima via della Fonte d’Olio (oggi è il ristorante cinese Ci Lin). Ma siccome all’ostello non c’è posto, la ospiterà a casa sua e durante la cena, nella terrazza affacciata su piazza Santa Maria in Trastevere, farà irruzione il fidanzato di lei. Sarà poi un’inquadratura sulla vicina via Garibaldi a concludere sui titoli di coda la disavventura sentimentale del goffo giovanotto.
L’esordio di Verdone che, oltre a Leo, interpreta altri cinque personaggi, nasce con la garanzia e la protezione di un team stellare: come produttore il grande Sergio Leone, la sceneggiatura affidata alla coppia Leo Benvenuti e Piero De Bernardi e la memorabile colonna sonora del maestro Ennio Morricone, che riesce a sprigionare quella dolce, indolente malinconia trasteverina allora appena avvertibile nella girandola delle buffe macchiette e che Verdone renderà in seguito sempre più evidente. Uno spartiacque nel nostro cinema, datato significativamente 1980, che chiude la gloriosa stagione della commedia all’italiana e inaugura una nuova generazione di mattatori: oltre a Verdone, Roberto Benigni, Massimo Troisi, Nanni Moretti, Maurizio Nichetti, Francesco Nuti. Oggi ci appaiono molto differenti tra loro, all’epoca assimilati come i registi-attori della new wave.