PIAZZA SANTA MARIA IN COSMEDIN: VACANZE ROMANE DI WILLIAM WYLER (1953)
IL LUOGO
La piazza prende il nome dalla Basilica omonima, risalente al VI secolo, nata come Sancta Maria in Schola Graeca, poi diventata in Cosmedin dal Kosmidìon, l’antico monastero di Costantinopoli al quale si riferivano i monaci bizantini cui la chiesa venne affidata. Si tratta di uno degli esempi più belli di architettura medievale a Roma, con il campanile romanico, il soffitto in legno, le preziose decorazioni, gli affreschi e i mosaici, la cripta con i resti dell’antica Ara di Ercole. Nel pronao della basilica si trova il grosso tondo in marmo detto Bocca della Verità, che raffigura probabilmente Giove o un dio fluviale: risalente al tempo del regno di Tarquinio il Superbo, ultimo re di Roma, doveva essere originariamente un tombino utilizzato per la Cloaca Maxima, condotto per la canalizzazione delle acque dalla Suburra a Ponte Emilio.
LA STORIA
Una leggenda medievale sostiene che la Bocca della Verità morde la mano dei bugiardi. Così spiega Gregory Peck, nel ruolo del giornalista Joe Bradley, alla principessa Anna interpretata da Audrey Hepburn. Poi infila lui stesso la mano dentro la Bocca e, nascondendola dentro la manica della giacca, finge che gli sia stata mozzata. La sequenza più celebre del film non sta scritta nella sceneggiatura e viene improvvisata dall’attore per fare uno scherzo alla partner. Scherzo riuscito: la reazione della Hepburn che si mette a urlare e poi scoppia a ridere risulta così fresca e naturale proprio perché è reale.
I due protagonisti che nel 1953 attraversano Roma in sella a una Vespa, come farà Nanni Moretti in Caro diario esattamente quarant’anni dopo, passano da piazza Venezia a largo Torre Argentina e visitano il Pantheon e Castel Sant’Angelo, Trinità dei Monti e piazza di Spagna, la Fontana di Trevi e il Colosseo, per fermarsi in via Margutta 51, dove abita Gregory Peck. La storia è ispirata a una vacanza in Italia che la principessa Margaret d’Inghilterra fece in incognito con un colonnello eroe di guerra, trasfigurata in una commedia romantica diventata subito un classico del cinema, vincitore di tre premi Oscar nel 1954: il soggetto di Dalton Trumbo, i costumi di Edith Head e l’interpretazione di Audrey Hepburn, lanciata da questo film come icona di eleganza e fascino femminile. Il grandissimo successo internazionale del film ha generato una clamorosa promozione in campo internazionale della città di Roma e ha fatto entrare nell’immaginario mondiale luoghi che sono diventati le tappe imprescindibili di ogni itinerario turistico nella Capitale. Il regista William Wyler tornerà a Roma pochi anni dopo per girare Ben Hur (1959).