Dalla Seconda repubblica alla guerra in Ucraina
Andiamo allo Stadio Olimpico, per ricordare una strage mafiosa sfiorata solo grazie al malfunzionamento di un congegno esplosivo, e poi al Palazzo del Quirinale, dove ebbe inizio l’avventura della Seconda Repubblica con il giuramento del primo governo Berlusconi.
All’interno della città universitaria della Sapienza ripercorreremo la tragica giornata di Marta Russo, mentre alla basilica di San Paolo torneremo al Giubileo del 2000, quando le massime autorità della religione cristiana si apprestarono ad aprire la quarta porta santa della città.
Nel cuore di Villa Borghese ammireremo il Globe Theatre, riproduzione del teatro londinese famoso per le rappresentazioni di Shakespeare. Un’altra tappa che riguarda l’arte, questa volta visiva, sarà quella nelle vie del quartiere Ostiense, tappezzate dai murales di celebri artisti di strada.
Raggiungeremo poi piazza del Popolo, luogo di molte manifestazioni, tra cui quelle ambientaliste del Fridays For Future che hanno portato il fenomeno Greta Thunberg a Roma. Tra le tappe più attuali non possono mancare quelle che riguardano la pandemia: StoryWalk ci accompagnerà nel luogo in cui vennero confermati i primi due casi italiani di infezione da coronavirus, l’ospedale Spallanzani, per poi raggiungere piazza San Pietro, dove rivivere i momenti emozionanti della preghiera in solitaria di papa Francesco.
L’ultima tappa in ordine cronologico sarà quella della Basilica di Santa Sofia in via di Boccea, recentemente visitata dal presidente Mattarella dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.
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1. Basilica di San Paolo – piazzale San Paolo (San Paolo)
La porta simbolo dell’unità cristiana
IL LUOGO
La Basilica di San Paolo fuori le mura si trova ufficialmente all’interno del quartiere Ostiense, ma la sua importanza nella storia e nella geografia della città è tale che tutta la zona che la circonda è conosciuta come San Paolo. L’appellativo “fuori le mura” si deve al fatto che la basilica si trova al di fuori della cinta aureliana, uscendo da Porta San Paolo. Da qui, percorrendo la via Ostiense per due chilometri esatti, si arriva sul retro della basilica. Per raggiungere l’ingresso, basta girare intorno all’edificio all’altezza di piazzale San Paolo. Entrando, ci accoglie la statua di San Paolo che impugna una spada, proprio al centro del quadriportico che durante il Giubileo del 2000 è stato testimone di un avvenimento epocale.
LA STORIA
Il 18 gennaio del 2000 ha luogo uno degli eventi più rappresentativi del Giubileo: l’apertura della Porta Santa ecumenica, quella della Basilica di San Paolo fuori le mura. La quarta e ultima delle porte delle basiliche papali aperte durante l’anno santo: le altre tre sono quelle di San Pietro, San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore.
Sono le 11:00 quando i 22 rappresentanti di chiese e organizzazioni cristiane di tutto il mondo si trovano riuniti sotto il grande quadriportico che precede l’ingresso della basilica. Mai c’era stata in passato una così varia rappresentanza del mondo cristiano a una celebrazione giubilare romana. Cattolici, ortodossi, anglicani e luterani: pregano tutti insieme, ognuno nella propria lingua.
A guidare il corteo c’è papa Giovanni Paolo II, seguito dal primate anglicano John Carey e dal metropolita ortodosso Athanasios. Poco prima delle 11:30 tutti e tre sono al cospetto della Porta Santa. Si avvicinano, posano le loro mani sull’anta di bronzo e spingono insieme per aprirla. La porta è pesante e i tre massimi esponenti delle rispettive chiese devono spingerla per ben tre volte prima che si spalanchi, tra gli applausi dei presenti. Poi si inginocchiano sulla soglia a pregare.
Nell’omelia che segue, il papa pronuncia parole che hanno un peso enorme per la storia della cristianità, chiedendo il perdono a Cristo per le divisioni che hanno caratterizzato la Chiesa fino a quel momento: “Da questa basilica, che ci vede oggi raccolti insieme con gli animi colmi di speranza, io spingo avanti lo sguardo verso il nuovo millennio” e verso “un futuro non lontano in cui i cristiani possano tornare a camminare insieme come unico popolo”.
NELLE VICINANZE
Dopo aver visitato la maestosa basilica, vale davvero la pena di fare una sosta nel meraviglioso giardino monastico dell’adiacente abbazia benedettina, visitabile su richiesta. Nascosto alla vista dei passanti dalle possenti mura dell’abbazia, è una sorta di piccolo paradiso dentro la città. Uno degli angoli più suggestivi del giardino è il cosiddetto “orto dei semplici” (hortus simplicium), dove vengono coltivate, secondo la millenaria tradizione benedettina, le piante officinali impiegate nella composizione dei rimedi fitoterapici.
INFORMAZIONI UTILI
Metro B: fermata Basilica di S. Paolo
Autobus: 23, 769, 792
Treno Roma-Lido: fermata Basilica di S. Paolo
ZTL: NO
Tappa successiva: Ospedale Lazzaro Spallanzani 2,7 km
Info di servizio: La Basilica è aperta ogni giorno dalle 07:00 alle 19:00
Giardino monastico: tel.: 06 69 88 08 11; e-mail: eventi@abbaziasanpaolo.org
2. Ospedale Lazzaro Spallanzani – via Portuense, 292 (Portuense)
Un baluardo della medicina moderna
IL LUOGO
L’Ospedale Lazzaro Spallanzani, intitolato all’illustre biologo del XVIII secolo, si trova nel quartiere Portuense, al civico 292 della via omonima. Si tratta di una strada molto antica, realizzata nel I secolo d.C. per collegare Roma a un porto fatto costruire dall’imperatore Claudio alla foce del Tevere, dove oggi sorge la città di Fiumicino.
Nel primo tratto della strada, quello intorno al quale sorge l’ospedale, c’è una vasta necropoli di età imperiale. Con sepolture decorate da pitture e mosaici che comprendono semplici tombe individuali, colombari (strutture funerarie per sepolture collettive) e ipogei monumentali. Molte di queste tombe sono visibili nel Drugstore Museum, al civico 317, o nel giardino del ristorante La Carovana, proprio di fronte all’ospedale.
LA STORIA
Il 30 gennaio 2020, nei laboratori dell’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani vengono confermati i primi due casi di Covid-19 in Italia, malattia respiratoria associata al virus SARS-CoV-2. Si tratta di due turisti cinesi, Xianming Liu e Yamin Hu, marito e moglie, ricoverati nell’ospedale sulla via Portuense dopo aver accusato febbre alta e altri sintomi. Dopo neanche 48 ore dal loro ricovero, i virologi dello Spallanzani riescono a isolare la sequenza genomica del virus. È una delle prime strutture al mondo a riuscirci. Un grande risultato scientifico, che ha permesso di studiare il virus più approfonditamente per cercare di ridurne la propagazione.
Tuttavia nel marzo dello stesso anno si iniziano a registrare sempre più casi di contagio, costringendo le istituzioni ad applicare restrizioni su tutto il territorio nazionale. Sono i lunghi giorni del lockdown, parola quasi sconosciuta prima di allora, ma con la quale tutti noi abbiamo dovuto convivere.
Dopo mesi in cui istituzioni sanitarie e governi di tutto il mondo lavorano senza sosta per arginare la pandemia, vengono prodotti i primi vaccini contro il virus. Ancora una volta lo Spallanzani è in prima linea. È qui, infatti, che il 27 dicembre 2020 vengono somministrate le prime dosi del farmaco in territorio italiano. A riceverle sono proprio alcuni membri del laboratorio di virologia dell’ospedale: la direttrice Maria Rosaria Capobianchi, l’infermiera Claudia Alivernini e l’operatore sanitario Omar Altobelli. Da quel giorno le vaccinazioni si sono allargate gradualmente a tutto il Paese. Il Covid-19 non è stato ancora sconfitto ma l’efficacia delle terapie e l’ampia diffusione del vaccino stanno tenendo sotto controllo il virus nelle sue forme più violente, contrastandone al contempo la diffusione.
NELLE VICINANZE
Da non perdere assolutamente una visita al Drugstore Museum, che si trova a soli 300 metri dall’ingresso dell’ospedale, in via Portuense 317. Oltre alle cinque tombe di età imperiale databili dalla seconda metà del I secolo d.C. al IV secolo d.C., qui possiamo ammirare la tomba del cosiddetto “Guerriero della Muratella”. Si tratta di una sepoltura straordinaria che conserva lo scheletro praticamente intatto di un uomo vissuto tra il 3700 e il 2300 a.C., sepolto insieme al suo corredo di frecce e utensili in selce e rame.
INFORMAZIONI UTILI
Metro B: fermata Garbatella
Autobus: 710, 718
ZTL: NO
Tappa successiva: Via del Porto Fluviale 2,4 km
3. Street Art Ostiense – Via del Porto Fluviale (Ostiense)
Il murale mangiasmog più grande d’Europa
IL LUOGO
Siamo nel quartiere Ostiense, definito dallo storico quotidiano britannico The Guardian uno dei dieci quartieri più cool d’Europa. Tra le caratteristiche che gli ha permesso di scalare questa classifica ci sono le variopinte opere di street art che ne fanno un museo urbano a cielo aperto. Non potendo descriverle tutte, prendiamo come esempio le due più rappresentative, che si trovano proprio una di fronte all’altra, all’incrocio tra via del Porto Fluviale e via delle Conce.
LA STORIA
La consacrazione del quartiere Ostiense come fulcro della street art romana avviene nel 2010, in occasione della prima edizione dell’Outdoor Festival, una kermesse di arte urbana che per dieci anni ha visto alcuni dei migliori artisti di strada del panorama mondiale cimentarsi nella realizzazione di opere che spesso celano messaggi di denuncia sociale.
Uno dei più famosi è quello che si trova all’incrocio tra via del Porto Fluviale e via delle Conce. Giocando con gli elementi architettonici dell’imponente edificio che fa angolo, nel 2013 lo street artist marchigiano Blu ha dipinto un arcobaleno di volti ed espressioni che coprono i tre piani del palazzo. Le finestre sono diventate occhi o bocche di 27 faccioni, dietro ai quali si può intravedere un messaggio di accoglienza per tutti coloro che non hanno una casa in cui vivere. Il palazzo, ex deposito dell’aeronautica abbandonato, infatti, dal 2003 è occupato da circa duecento famiglie senza fissa dimora, insieme alle quali lo stesso artista ha abitato durante la realizzazione della sua opera.
Proprio sul palazzo di fronte, invece, l’artista milanese Federico Massa, alias Iena Cruz, ha realizzato nel 2018 l’opera intitolata Hunting Pollution. Rappresenta un airone tricolore, specie a rischio estinzione, mentre cattura la sua preda in un mare inquinato. La denuncia, questa volta, è di tipo ecologico. Non è solo il soggetto a sensibilizzare sul problema dell’inquinamento, ma anche la vernice con cui è realizzato: l’airlite. Si tratta di una particolare e rivoluzionaria vernice ecologica che ha la capacità di assorbire molte delle sostanze inquinanti presenti nell’aria. Con i suoi mille metri quadrati di superficie, questo è il murale “mangiasmog” più grande d’Europa.
NELLE VICINANZE
Se si vuole continuare la passeggiata alla scoperta della street art del quartiere, nelle strade limitrofe possiamo ammirare altri murales. Si segnalano in particolare quelli in via delle Conce, via del Porto Fluviale, via dei Magazzini Generali e via del Commercio. In quest’ultima l’artista inglese di fama mondiale Kid Acne si è ispirato al detto romano mettece ’na pezza per il suo Paint Over the Cracks: una scritta colossale lunga più di 50 metri che esorta a riempire con colori, arte e creatività le crepe e le brutture delle città.
INFORMAZIONI UTILI
Metro B: fermata Piramide
Autobus: 23, 715, 716, 769
ZTL: NO
Tappa successiva: Università la Sapienza 5,6 km
4. Università la Sapienza – (San Lorenzo)
Il mistero che avvolge il caso Marta Russo
IL LUOGO
L’ingresso principale della città universitaria della Sapienza, la più grande d’Italia, si trova in piazzale Aldo Moro, a poche centinaia di metri dalla Stazione Termini. Entrando attraverso il maestoso portale marmoreo, se si prosegue dritti per meno di 200 metri si arriva in piazza della Minerva, al centro della quale svetta la statua della dea della saggezza. Per raggiungere la nostra tappa entriamo nel tunnel a sinistra della piazza e giriamo intorno al palazzo, sempre tenendo la sinistra, fino ad arrivare nel vialetto senza uscita che si trova tra la facoltà di Giurisprudenza e quella di Scienze Statistiche. Come ricorda la targa che possiamo vedere sul muro, questo è il luogo in cui è avvenuto uno dei delitti più insensati e misteriosi della storia recente: l’omicidio di Marta Russo.
LA STORIA
La mattina del 9 maggio 1997, Marta Russo, ventiduenne studentessa di giurisprudenza, raggiunge la città universitaria. Poco prima di mezzogiorno passeggia in compagnia della sua amica Jolanda nel vialetto che si trova tra la facoltà di Giurisprudenza e quella di Statistica. Mentre stanno chiacchierando, Marta improvvisamente cade a terra. Qualcuno le ha sparato, causandole un buco nella nuca, dietro l’orecchio sinistro. Viene soccorsa immediatamente e trasportata al vicino Policlinico Umberto I, ma arriva in condizioni già gravissime. Il 14 maggio cessa di vivere.
Fin da subito il delitto appare agli inquirenti senza movente, senza spiegazione e senza senso.
Dopo giorni di confuse e discordanti testimonianze, la polizia scientifica concentra l’attenzione su un’aula dell’Istituto di Filosofia del Diritto. Stando alle tracce rinvenute su un davanzale, il proiettile che ha ucciso Marta sarebbe stato esploso da una finestra di quella stanza. Inizialmente vengono indagate diverse persone. Il cerchio si stringe quando Gabriella Alletto, una segretaria dell’istituto, sostiene di aver visto due giovani assistenti di filosofia del diritto, Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, armeggiare vicino a quella finestra. I due, arrestati, si dichiarano fin da subito innocenti. L’iter giudiziario si conclude solo alla fine del 2003, quando la Corte di Cassazione condanna in via definitiva Scattone a 5 anni e 4 mesi e Ferraro a 4 anni e 2 mesi.
Tuttavia, dopo 25 anni, ancora oggi il delitto di Marta Russo presenta numerosi punti mai chiariti e dubbi non risolti.
NELLE VICINANZE
Trovandoci all’interno della città universitaria, non possiamo perderci una visita ad almeno uno dei musei del Polo museale della Sapienza. Si va quello di Arte classica a quello di Scienze della Terra, da quello del Vicino Oriente, Egitto e Mediterraneo a quello di Zoologia. Appena fuori dalla città universitaria, all’incrocio tra viale Regina Elena e viale dell’Università si trova quello di Anatomia Comparata, dove possiamo ammirare lo scheletro di una balenottera di 22 metri e quello di un capodoglio che, sospeso a mezz’aria, ci accoglie all’ingresso.
INFORMAZIONI UTILI
Metro B: fermata Castro Pretorio
Metro A e B: fermata Termini
Autobus: 492, C3
ZTL: NO
Tappa successiva: Palazzo del Quirinale 2,9 km
5. Palazzo del Quirinale – piazza del Quirinale (Trevi)
1994: la prima volta di Berlusconi al Colle
IL LUOGO
Piazza del Quirinale si trova sull’omonimo colle, uno dei mitici sette intorno ai quali è stata fondata Roma. Il suo nome deriverebbe dalla presenza di un tempio antichissimo dedicato alla divinità associata al fondatore Romolo: il dio Quirino. Ma l’edificio per cui è conosciuto nel mondo è il maestoso palazzo che sorge sulla sommità della piazza.
Costruito alla fine del Cinquecento, da allora è stato sempre abitato da capi di Stato. Residenza papale per i primi tre secoli, con l’annessione di Roma al Regno d’Italia passa nelle mani dei Savoia, che ne fanno il loro palazzo reale fino al 2 giugno del 1946, quando diventa quello per cui ancora oggi tutti lo conosciamo: la sede del Presidente della Repubblica Italiana.
LA STORIA
Tra 1992 e 1993 la politica italiana entra in una profonda crisi. Lo scandalo di Tangentopoli e la conseguente inchiesta giudiziaria di “Mani pulite” mettono a nudo un sistema fondato su una corruzione dilagante. I partiti storici che fino a quel momento hanno dominato la scena politica perdono la fiducia degli elettori. Per avere un’idea del terremoto che si scatena, basta dire che il 18 gennaio del 1994 viene sciolta la Democrazia cristiana: il partito rimasto al governo ininterrottamente per quasi cinquant’anni, fin dal referendum che ha sancito la fine della monarchia in favore della repubblica.
Pochi giorni dopo, il 26 gennaio, l’imprenditore Silvio Berlusconi annuncia in tv la sua “discesa in campo”. Il suo nuovo partito ha un nome semplice e accattivante, vòlto a far presa su una larga fetta di elettorato: Forza Italia. La campagna elettorale che segue è letteralmente dominata dalla televisione: talk show politici, programmi di approfondimento, rubriche e telegiornali affollano i palinsesti come non era mai avvenuto in precedenza. Il 23 marzo 1994 su Canale 5 viene trasmesso il primo duello televisivo “all’americana” nella storia del nostro Paese tra i candidati alla Presidenza del Consiglio Silvio Berlusconi e Achille Occhetto.
I risultati delle elezioni del 27-28 marzo decretano la coalizione di Berlusconi come vincitrice. Il 10 maggio 1994 Silvio Berlusconi sale al Quirinale per presentare la sua squadra di governo e per prestare giuramento alla presenza del capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro.
È l’inizio della Seconda Repubblica.
Il primo governo Berlusconi, tuttavia, avrà vita breve. Alla fine del 1994 la Lega Nord di Umberto Bossi uscirà dalla coalizione di maggioranza, determinandone la caduta.
NELLE VICINANZE
Dal 2015 il Palazzo del Quirinale è aperto ai turisti e si possono scegliere diversi percorsi di visita. Si può accedere ai meravigliosi giardini o ai maestosi saloni che ospitano collezioni di inestimabile valore, come quelle delle carrozze, degli arazzi, delle porcellane e degli orologi. Proprio di fronte al palazzo, le Scuderie del Quirinale sono la sede di continue mostre ed eventi culturali di primo piano, che vedono l’esposizione di opere degli artisti più celebri della storia dell’arte mondiale.
INFORMAZIONI UTILI
Metro A: fermata Barberini
Autobus: 40, 60, 64, 70, 117, 170, H
ZTL centro storico
Diurna: lun – ven 6:30 –18:00, sab 14:00 – 18:00 (esclusi festivi)
Notturna: ven e sab 23:00 – 3:00 (esclusi i festivi e agosto)
Tappa successiva: Piazza San Pietro 3,0 km
Info di servizio: mer, ven, sab, dom 9:30-16:00 (ultimo ingresso 14:30)
6. Piazza San Pietro (Vaticano)
La preghiera solitaria di papa Francesco
IL LUOGO
Cuore della cristianità mondiale, Piazza San Pietro è una delle piazze più celebri al mondo. Progettata da Gian Lorenzo Bernini, è stata realizzata tra 1656 e 1667 utilizzando più di 40 mila metri cubi di travertino. Il celebre colonnato che la circonda, a simboleggiare l’abbraccio universale della Chiesa ai suoi fedeli, è composto da ben 284 colonne disposte su quattro file. Nel progettarlo, Bernini puntò su sorprendenti effetti ottici che possiamo vedere ancora oggi: attraversando la piazza, infatti, le colonne sembrano avvicinarsi e distanziarsi continuamente. Inoltre, se ci posizioniamo su uno dei due “centri del colonnato”, indicati da due dischi di marmo a metà strada tra l’obelisco vaticano e le fontane laterali, sembra che il colonnato sia composto non da quattro, ma da un’unica fila di colonne.
LA STORIA
La sera del 27 marzo 2020 alle 18:00 papa Francesco è in piedi, da solo, sul sagrato della Basilica di San Pietro, bagnato da una pioggia insistente. I suoi paramenti completamente bianchi contrastano nettamente con l’oscurità che inizia a scendere sulla piazza. È lì per una preghiera speciale: implorare la fine della pandemia di Covid-19. Speciale, quasi spettrale, è anche lo scenario intorno. È la prima volta nella storia, infatti, che una benedizione papale Urbi et Orbi avviene in una piazza San Pietro completamente deserta. Sono i giorni del primo lockdown.
Ad accompagnarlo nella preghiera, Francesco ha voluto due simboli della fede cristiana che in tempi passati erano stati utilizzati per scongiurare terribili calamità: l’immagine della Salus Populi Romani e il Crocifisso Miracoloso della chiesa di San Marcello al Corso. La prima è l’icona bizantina raffigurante la Madonna col Bambino che nel 593 papa Gregorio I aveva portato in processione per far cessare la peste e che nel 1837 papa Gregorio XVI aveva pregato per invocare la fine dell’epidemia di colera. Il secondo, invece, era stato portato in processione nel 1522 per chiedere la fine di una nuova pestilenza.
Terminata la preghiera Francesco sale claudicante i pochi gradini che lo separano dall’ingresso della basilica sorretto dal monsignor Guido Marini, maestro delle cerimonie liturgiche pontificie. Si ferma davanti all’icona della Madonna, poi prende l’ostensorio e lo alza tracciando il segno della croce nell’aria per chiedere la protezione di Dio sul mondo intero. Decine di milioni di persone, collegate da tutto il pianeta, hanno assistito in diretta a quelle immagini potenti, tra le più intense e coinvolgenti della nostra epoca.
NELLE VICINANZE
All’interno della Basilica di San Pietro si possono ammirare gratuitamente capolavori inestimabili come la Pietà di Michelangelo o il Baldacchino del Bernini. Tuttavia, vale davvero la pena di acquistare per pochi euro il biglietto che permette di salire sul celeberrimo “Cupolone”, dalla cui altezza di oltre 130 metri si può ammirare un panorama mozzafiato a 360 gradi sulla città. Bisogna, però, arrivare preparati all’impresa perché si dovranno salire ben 551 gradini. È possibile anche salire con l’ascensore, ma solo per il primo tratto, risparmiandosene circa 200.
INFORMAZIONI UTILI
Metro A: fermata Ottaviano
Autobus: 23, 40, 62, 280, 982
ZTL: NO
Tappa successiva: Piazza del Popolo 2,3 km
7. Piazza del Popolo (Campo Marzio)
Greta Thunberg e il Friday for Future
IL LUOGO
Piazza del Popolo è il luogo in cui converge il celebre “tridente” formato da via del Corso, via del Babuino e via di Ripetta, le tre strade principali del centro storico di Roma. La piazza è dominata dall’Obelisco Flaminio, eretto qui nel 1589 per ordine di papa Sisto V. Si tratta dell’obelisco realizzato intorno al 1300 a.C., al tempo del faraone Seti I, per adornare il tempio del dio sole Ra a Eliopoli, in Egitto. Trasportato a Roma nel 10 a.C. per volere di Ottaviano Augusto, viene innalzato nel Circo Massimo per poi essere abbattuto all’inizio del Medioevo. La piazza assume un aspetto monumentale solo all’inizio del XIX secolo, con l’intervento dell’architetto Giuseppe Valadier e oggi è il luogo in cui si svolgono le principali manifestazioni pubbliche di Roma. Grazie alla sua capienza: può ospitare oltre 60 mila persone.
LA STORIA
Venerdì 19 aprile 2019 a piazza del Popolo migliaia di giovani attendono l’arrivo di Greta Thunberg, la sedicenne attivista svedese che ha dato vita al movimento che sta risvegliando le coscienze ambientaliste di tutto il mondo: Fridays For Future. Nato in Svezia a settembre del 2018 come uno sciopero scolastico organizzato ogni venerdì per chiedere la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, ha coinvolto in poche settimane i giovani dell’intero pianeta.
Piazza del Popolo ha ospitato negli anni decine di manifestazioni, ma questa è sicuramente una delle più originali. È organizzata, infatti, intorno a un “palco a pedali” le cui strumentazioni sono alimentate da 128 ragazzi che si alternano a pedalare su altrettante biciclette che, collegate a generatori, producono elettricità.
Quando Greta sale sul palco, viene accolta da una vera e propria ovazione. Prende la parola ed esordisce con queste parole: “Ciao Roma, non so quanti siate ma siete davvero tanti. Dovete essere orgogliosi di voi stessi”. Poi va diretta al cuore del problema, chiedendo a gran voce ai governi mondiali di agire concretamente contro il riscaldamento globale, perché il clima è già cambiato pericolosamente e, nonostante ciò, le emissioni continuano a crescere. Si fa portavoce di un’intera generazione, quella che non ha la colpa di aver causato la crisi, ma che ha la sfortuna di esserci nata in mezzo e la responsabilità di contrastarla con tutti i mezzi.
La battaglia per il futuro portata avanti da Greta ha un’eco planetaria e le vale la candidatura per i due anni successivi al Premio Nobel per la Pace.
NELLE VICINANZE
La chiesa di Santa Maria del Popolo, sulla destra della piazza guardando la facciata interna di Porta del Popolo, custodisce al suo interno due capolavori di Caravaggio, la Conversione di San Paolo e la Crocifissione di San Pietro. Entrando dall’ingresso a destra della chiesa, invece, si possono visitare i suoi sotterranei, dove è ospitato il Museo Leonardo da Vinci. Salendo la rampa a lato della piazza, si arriva in cinque minuti alla Terrazza del Pincio, dalla quale si può ammirare un meraviglioso panorama sulla città.
INFORMAZIONI UTILI
Metro A: fermata Flaminio
Autobus: 61, 89, 119, 120F, 150F, 160, 490, 495, 590
Treno Roma – Viterbo fermata Flaminio
ZTL centro storico
Diurna: lun – ven 6:30 –18:00, sab 14:00 – 18:00 (esclusi festivi)
Notturna: ven e sab 23:00 – 3:00 (esclusi i festivi e agosto)
ZTL Tridente
lun – ven dalle 6:30 alle 19:00 (esclusi festivi)
sab dalle 10:00 alle 19:00 (esclusi festivi)
Tappa successiva: Globe Theatre 1,4 km
8. Globe Theatre – largo Aqua Felix (Villa Borghese)
Un teatro shakespeariano a Villa Borghese
IL LUOGO
Ci troviamo nel cuore verde di Roma, Villa Borghese, il parco sorto a partire dal XVII secolo intorno all’elegante Casino Nobile, la residenza voluta dal cardinale Scipione Borghese per ospitare la sua ricca collezione d’arte, oggi sede della Galleria Borghese.
Per raggiungere il Globe Theatre dobbiamo entrare dall’ingresso del parco che si apre su viale delle Belle Arti, a pochi passi dalla Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea. Tenendo il museo alla nostra sinistra, basta proseguire per meno di 100 metri, superare il cancello di largo Pablo Picasso e proseguire all’interno del parco su via di Valle Giulia per altri 400 metri fino all’incrocio dominato dal tempietto di Antonino e Faustina. Procedendo per altri 100 metri perpendicolarmente alla facciata del tempio, arriviamo alla biglietteria del teatro.
LA STORIA
Costruito in soli tre mesi nell’estate del 2003, in occasione del centenario della donazione di Villa Borghese alla città di Roma, il Globe Theatre nasce da un’idea del celebre attore romano Gigi Proietti finanziata dalla Fondazione creata dalla famiglia del mecenate e imprenditore Silvano Toti. Inizialmente intitolato a quest’ultimo, dal 2020 il nome ufficiale del teatro è diventato Gigi Proietti Globe Theatre Silvano Toti, in seguito alla scomparsa dell’attore.
La struttura è stata realizzata in base alla riproduzione, dedotta dalle fonti scritte e dalle raffigurazioni del celebre Globe Theatre, il più famoso teatro londinese del periodo elisabettiano, costruito nel 1599 dalla compagnia teatrale di William Shakespeare e demolito definitivamente nel 1644.
Unico teatro elisabettiano in Italia, il Globe di Villa Borghese è stato inaugurato con la rappresentazione della tragedia Romeo e Giulietta, sotto la direzione artistica dello stesso Proietti, che l’ha guidato dal 2003 fino alla sua morte.
La progettazione dell’edificio è stata portata avanti nel rispetto del contesto ambientale e culturale della villa in cui è inserito, utilizzando quasi esclusivamente legno di rovere proveniente da foreste gestite e riforestate. La pavimentazione, invece, è stata realizzata in blocchi di tufo posati a secco per dare l’impressione della terra battuta che caratterizzava il pavimento del Globe originale. Si può scegliere di assistere agli spettacoli in platea o accomodarsi su uno dei tre ordini di balconate che si affacciano concentricamente sul palcoscenico. Grazie a queste particolari caratteristiche architettoniche, il Globe Theatre permette agli spettatori di fare un tuffo nel passato e di assistere alle rappresentazioni shakespeariane in un contesto davvero unico.
NELLE VICINANZE
Qui intorno, a poca distanza l’uno dall’altro, ci sono tre dei più importanti musei della Capitale, custodi di vere e proprie meraviglie. Tornando all’incrocio con il tempietto di Antonino e Faustina, se svoltiamo a destra in via dei Cavalli Marini e poi a sinistra in viale del Museo Borghese arriviamo in dieci minuti davanti alla Galleria Borghese. Uscendo dal parco in viale delle Belle Arti, invece, incontriamo prima la Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea e poi, sempre proseguendo sulla stessa strada, il Museo nazionale etrusco di Villa Giulia.
INFORMAZIONI UTILI
Metro A: fermata Flaminio
Autobus: 61, 120F, 160, 490, 495, 590
ZTL centro storico
Diurna: lun – ven 6:30 –18:00, sab 14:00 – 18:00 (esclusi festivi)
Notturna: ven e sab 23:00 – 3:00 (esclusi i festivi e agosto)
Tappa successiva: Stadio Olimpico 4,4 km
9. Stadio Olimpico – viale dei Gladiatori (Prati)
La strage mafiosa sfiorata del 1994
IL LUOGO
Lo Stadio Olimpico ricade all’interno di quello che ormai comunemente si definisce il quartiere Prati, anche se la zona rientra nel vecchio quartiere Della Vittoria, e si trova nella valle stretta tra le pendici di Monte Mario e le sponde del Tevere del quartiere Flaminio. Fa parte del complesso del Foro Italico, nato come Foro Mussolini e realizzato dall’architetto Enrico Del Debbio fra il 1927 e il 1933 e completato fra il 1956 e il 1968. Sede ufficiale del Comitato Olimpico Nazionale e dell’Istituto Nazionale di Scienze Motorie, il Foro Italico è il luogo in cui sorgono alcuni dei più importanti impianti sportivi a livello nazionale.
Via dei Gladiatori, la strada interessata da questa tappa, costeggia lo Stadio centrale del tennis e lo Stadio Nicola Pietrangeli, e si incrocia attraversando il Ponte della Musica e proseguendo dritti per circa 150 metri su via Roberto Morra di Lavriano.
LA STORIA
Tra 1992 e 1993 la mafia mira a destabilizzare l’assetto istituzionale del Paese con il terrore. È il biennio in cui l’Italia è insanguinata da terribili stragi: da quella di Capaci a quella di via d’Amelio a Palermo, da quella di via dei Georgofili a Firenze a quella di via Palestro a Milano. Anche Roma è nel mirino di cosa nostra. La sera del 14 maggio 1993, 24 persone rimangono ferite nell’attentato in via Ruggero Fauro ai danni di Maurizio Costanzo, impegnato con le sue trasmissioni a contrastare il messaggio mafioso. Il 27 luglio invece due bombe esplodono quasi contemporaneamente davanti alla Basilica di San Giovanni in Laterano e alla chiesa di San Giorgio al Velabro, provocando il ferimento di 22 persone. L’attacco alla Capitale, tuttavia, non si ferma qui.
Sono da poco passate le 16.30 del 23 gennaio 1994 quando dallo Stadio Olimpico, al termine della partita Roma-Udinese, iniziano a uscire oltre 40 mila tifosi. Quasi 20 mila stanno per attraversare viale dei Gladiatori, ignari del fatto che dentro una Lancia Thema parcheggiata lungo la strada ci sono 400 chili di tritolo pronti a esplodere.
È stata piazzata lì per colpire il pullman dei carabinieri, i cui spostamenti vengono studiati da mesi dagli uomini di cosa nostra. Al momento convenuto, dall’alto di Monte Mario viene premuto il pulsante del telecomando per far scattare la detonazione, proprio mentre accanto alla Thema stanno passando centinaia di persone. Fortunatamente, per un malfunzionamento del telecomando, la bomba non esplode. Sarebbe stata una strage. Se quell’attentato fosse riuscito lo Stato sarebbe stato messo definitivamente in ginocchio e avrebbe cambiato la storia del nostro Paese.
NELLE VICINANZE
Proseguendo lungo viale dei Gladiatori e svoltando a destra in via dei Discoboli, sotto la curva sud dello Stadio Olimpico, si arriva in meno di dieci minuti allo Stadio dei Marmi. È stato inaugurato nel 1932 e dal 2013 accanto al suo nome ufficiale è stato aggiunto quello di Pietro Mennea, il velocista italiano detentore per 17 anni del record mondiale sui 200 metri. La caratteristica che lo rende unico sono le 60 imponenti statue in marmo bianco che lo circondano, donate da altrettante città italiane, che rappresentano gli atleti di diverse discipline olimpiche.
INFORMAZIONI UTILI
Metro: NO
Autobus: 32, 69, 200, 226, 301, 446, 628, 911
ZTL: NO
Tappa successiva: Basilica di Santa Sofia 8,3 km
10. Basilica di Santa Sofia – via di Boccea, 478 (Primavalle)
Il cuore della comunità ucraina di Roma
IL LUOGO
La Basilica di Santa Sofia si trova nel punto più occidentale del quartiere Primavalle, nel quadrante ovest di Roma, circa un chilometro all’interno del Grande raccordo anulare. La sua storia inizia nel 1963, quando l’arcivescovo ucraino Josyp Slipyj, tornato da un gulag siberiano in cui era stato rinchiuso dal regime sovietico per 18 anni, inizia a raccogliere fondi per costruire una chiesa destinata alla comunità greco-cattolica ucraina di Roma. Progettata dall’architetto italiano Lucio Di Stefano e inaugurata nel 1969, le sue cinque cupole dorate in stile neobizantino si ispirano a quelle della Cattedrale di Santa Sofia di Kiev. Sconosciuta anche a molti romani, dalla fine di febbraio del 2022 è stata spesso nominata dai mezzi d’informazione di tutta Italia a causa dello scoppio della guerra in Ucraina.
LA STORIA
Il 24 febbraio 2022 il presidente russo Vladimir Putin dà il via all’invasione dell’Ucraina. Un fatto che stravolge lo scacchiere politico internazionale e che porta morte e distruzione a un’intera popolazione. Fin dai primi giorni del conflitto, la comunità ucraina di Roma si riunisce intorno alla Basilica di Santa Sofia, che diventa un punto di raccolta in cui vengono convogliati gli aiuti per gli sfollati e le vittime dei bombardamenti. Gli attacchi subiti dalla popolazione richiedono continui invii di beni di prima necessità. Gli scatoloni vengono ammassati all’esterno della basilica e nei locali parrocchiali, con l’obiettivo di riempire un tir che riesca a entrare in Ucraina o fermarsi al confine polacco, dove sono radunati migliaia di rifugiati. Da via di Boccea ne partono molti.
All’appello di padre Marco Yaroslav Semehen il 6 marzo risponde anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che arriva a Santa Sofia per portare il sostegno degli italiani ai fratelli ucraini e per assistere alla messa della prima domenica di Quaresima, che nel rito ortodosso si celebra con particolare solennità. Terminata la funzione, padre Marco ringrazia il presidente per la sua presenza e tutto il popolo italiano per la solidarietà dimostrata. Poi accompagna il capo dello Stato all’interno della basilica per mostrargli i suoi straordinari mosaici. All’uscita una bambina si avvicina a Mattarella e gli dona una bandiera dell’Ucraina.
Per aspera ad astra (attraverso le difficoltà fino alle stelle): questo è il motto che è inciso da decenni sulla Sedia del Celebrante all’interno della basilica. Una frase che oggi ha un significato particolare.
NELLE VICINANZE
La Basilica di Santa Sofia è una delle meravigliose sorprese che Roma riserva anche fuori dal centro storico. L’esterno in stile neobizantino caratterizzato da cinque cupole dorate è molto suggestivo, ma la vera meraviglia si trova all’interno dell’edificio. Entrando, infatti, si rimane letteralmente abbagliati dall’oro e dai colori brillanti dei mosaici che ricoprono ogni centimetro quadrato delle sue pareti e delle sue volte. Un piccolo tesoro che ci regala emozioni. Oggi più che mai.
INFORMAZIONI UTILI
Metro A: fermata Battistini
Autobus: 146, 190F, 904, 905, 993
ZTL: NO
(Testi a cura di Marco Eusepi, podcast a cura di Francesca Chiarantano)
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